lunedì 5 settembre 2011

Di cose che iniziano, di cose che cambiano, di me che non cambio...

Stamattina qui era novembre. Non so da altre parti, ma qui c'era quell'orribile tempo di freddo e pioggerellina. L'ideale per  iniziare la scuola materna, pardon dell'infanzia! Mancavano solo i latrati dei lupi e la nebbiolina dei fossi. E così è iniziato il suo nuovo percorso. O il mio? Lui giocava con una mega pista, mentre io mi sentivo gonfia come un pop corn! L'ho salutato. Sono uscita. Ho pensato che non gli avevo lasciato il cambio. Sono rientrata. Ho dato il cambio. Sono uscita. Ho cercato un'altra scusa per rientrare. Non l'ho trovata. E così, piena di magone e di novembre, me ne sono andata..tutto in compagnia dell'anarchico, ancora più confuso di me.
E' che sono allergica ai cambiamenti, mi piace lo status quo delle cose, mi piace anche una certa fissità, magari appena turbata da blandi cambiamenti, in ogni modo mai definitivi e sempre negoziabili. Sono una palla, ma non ci posso fare niente: quando mi piacciono certe situazioni desidero solo che si protraggano il più a lungo possibile, o quantomento fino a quando ne sono stufa. Ecco, tutte queste riflessioni forse era il caso di farle prima di riprodurmi, perchè se c'è una cosa soggetta al cambiamento e alla trasformazione sono i figli. Quel frugoletto che fino a ieri cercava a occhi chiusi il mio seno, ora sta seduto su una seggiolina con sconosciuti; appena due giorni fa ha imparato a camminare e ora lascia la mia mano per correre; è stato poche ora fà che ha detto la sua prima parola e ora inventa metafore che neanche Pascoli...Sì lo so, la mia percezione del tempo ha qualche pecca...ma ci siamo capite, no?
In ogni modo le prime due ore sono andate belle lisce, a casa invece mi ha fatto dannare, mi sono sfogata al telefono con mia madre e lui è arrivato con il braccio teso "Mamma, facciamo le paci?" Ma sì, amore mio, tutte le paci che vuoi...

5 commenti:

  1. secondo me sei stata brava
    il primo giorno di materna della BambinaGrande io ho pianto tanto. Ma proprio tanto.
    (vabbè che noi non si veniva dal nido eh...)

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  2. io ero gonfia come un pop corn e l'ho lasciato al solito nido... con le solite educatrici... lui era emozionato di rivedere i suoi amici ed è entrato contento nel salone... senza guardarmi... per fortuna perchè la sua mamma non era proprio in forma...

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  3. @trasp: eh....il nido insegna!
    @tatina: ci vorrebbe un accompagnatore di mamme che accompagnano, come gli spingitori di cavalieri di Rieducational Channel dell'Ottavo Nano!

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  4. Allora evidentemente io sono una snaturata.
    A me non viene mai il magone per queste cose, mai.
    Oddio un po' al nido si, perchè si sa son piccoli e il nido è sempre soggetto a un po' di sensi di colpa. Ma alla materna?? allegra come un fringuello!! Lieta di lasciarlo a giocare e a fare esperienze che non farebbe mai e poi mai con me o coi nonni. Felice che ci sia anche qualcun altro che cerca di inculcargli (e con successo) un filo di disciplina, che a casa tra il fratello, il marito, la cena, il bucato.. insomma si lascia un pochino più correre.

    Poi se sono tranquilli loro.......... tutto va bene, no?

    Coraggio :)

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  5. @puffola pigmea: il magone è dovuto al senso di colpa (quello già ce l'ho per l'inserimento al nido dell'Anarchico!), ma proprio per quella consapevolezza che sta crescendo, in fretta, veloce...poi, sono d'accordissimo con te: ben venga la socializzazione, la comunità, le regole...anche se oggi è tornato dicendo "io cago, cago!!!" !

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