giovedì 20 dicembre 2012

La mia eco

Ci sei.
Sei piccino picciò.
Sei una specie di ombreggiatura evanescente attaccata al sacco vitellino,
sei, come recita il referto, "echi embrionari".
Sei un'eco:
l'eco dei miei desideri,
quando con la mano sfioro la pancia e subito la ritraggo, spaventata da questo desiderio diventato realtà,
quando mi perdo nei ricordi dello Svizzero e dell'Anarchico e mi chiedo come potrai mai essere tu...
ma sei l'eco anche di tante paure,
e la sera, quando la stanchezza vince su tutto, mi chiedo come ce la farò.
Mi chiedo come arriverò a sera fra qualche mese e ancor di più quando tu ci sarai con le tue esigenze e le mie notti insonni.

Sei l'eco della nostra speranza e della nostra incoscienza, del nostro essere innamorati della vita e del nostro voler spremere fino in fondo le  energie nostre e di tutti quelli che ci aiutano.

Sei l'eco del mio volere ancora e di più, sei l'eco della follia e del rischio, sei l'eco del nostro amore e dell'amore della nostra famiglia, sei l'eco delle canzoni di Simone e delle poesie di Nicolò.

Sei l'eco delle mie lacrime di gioia.

Ti aspettiamo.

martedì 18 dicembre 2012

5/12/2012

Tana per lo scricciolo!
nascosto dentro di me.
Non è che ti ho proprio visto, forse, domani, l'ecografia mi farà fare davvero tana! per ora mi accontento di due lineette parallelle color ciclamino, che spudorate annunciano che ci sei anche tu.
Tu. Silenzioso e tranquillo, ti limiti solo a farmi crollare dal sonno e farmi, letteralmente, girare la testa.
Tu, scricciolino fantasma, ma che fantasma incominci a non essere più...si sta allargando il giro di persone che sanno che ci sei e per ognuna è una festa, come se mancassi solo tu a rendere più bello questo mondo, come se anche loro ti stessero aspettando e finalmente possono dire "Che bello! c'è anche lui! Meno male!".
Tieni duro scricciolino, attaccati con le unghie (che non hai) e con i denti (che non hai) alla mia pancia, alla tua vita.
Rimani lì al calduccio, fuori fa freddo, forse nevicherà, tu rimani lì, continua a fare bei sogni e ad aspettare l'estate. L'aspettiamo insieme.


continua...

lunedì 17 dicembre 2012

Nascondino

26/11/2012

Non lo so se ci sei
Non lo so e non lo voglio ancora sapere
vorrei che se ci fossi, lo sapessi solo tu,
tu e Dio
vorrei che dall'alto Lui sorridesse nell'immaginare a cosa succederà quando si saprà cosa è successo
vorrei che se esisti davvero, anche tu potessi godere di questo assoluto nascondino
vorrei custodire il segreto.
vorrei che rimanessi con i contorni sfumati di un sogno
perchè se poi non ci sei di chi starei parlando io ora?
non lo so se si sei
se sei già arrivato o se sei ancora un pensiero nella mente di Dio
o se mai arriverai
ma se ci sei, giochiamo ancora un po' a nascondino...


continua...

domenica 16 dicembre 2012

C'è sempre un motivo

La mia latitanza aveva un perchè, mie care lettrici...e piano piano, con piccoli saltelli indietro nel tempo, se avrete pazienza, vi svelerò tutto...

lunedì 5 novembre 2012

Fisica e velocità

immagine tratta dal web
E' giunto il momento delle spiegazioni fantasiose, del pensiero creativo, della fantasia al potere, della libertà d'espressione.
E' giunto il momento di abbattere le censure e le facili spiegazioni.
E' giunto il momento di dire basta alle risposte facili e preconfezionate.

e di fronte alle mutandine dello Svizzero un po' sporche di cacca (con la classica "frenata"), c'è solo una spiegazione:
" Vedi mamma è perchè la cacca è veloce come Cars e io sono veloce come il tuono.
Comunque* il tuono è più veloce di cars!"

*comunque è il nuovo must:
sono andato alla scuola comunque ho disegnato
ho bevuto l'acqua comunque avevo sete
sono caduto comunque non mi sono messo a piangere

sostituisce qualunque altra congiunzione, comunque.

mercoledì 10 ottobre 2012

Età anagrafica ed età oggettiva.

immagine tratta dal web
Sono gli oggetti i veri specchi. La chiamerei "età oggettiva".
Sono loro testimoni inoppugnabili e incorruttibili del tempo che passa.
Stanno ziti e fanno il loro lavoro fino a quando non servono più. E allora capisci che il tempo è passato e che non si torna indietro.
E forse è questo il motivo che mi spinge a mentire costantemente sulla mia età. Quanti anni hai? E che ne so! Se indosso vestiti che ho preso 6 anni fa, io mi sento quegli anni lì addosso. Se mi metto al collo una collana comprata a un mercatino nel 2003, io mi sento esattamente come allora, con quegli anni, quei pensieri, quell'energia. Quanti anni hai? Non lo so, dovrei fare una media con l'età delle cose che mi circondano...Il mio tempo scorre piano, ho ancora 28, 30 anni, a volte anche meno, quasi mai di più.

Poi stamattina lo Svizzero si è accorta di essere un po' in difficoltà. Se saliva sulla pedana per lavarsi  i denti non riusciva a specchiarsi nel piccolo specchio che gli ho attaccato appena sopra il lavandino. I suoi occhi erano troppo in alto.
Gli ho suggerito di scendere dalla pedana, mi ha guardato sorpreso "Il lavandino è un po' alto, mamma...", è vero, è alto, ma riesce lo stesso a vedersi nello specchio. Non ha più bisogno della pedana, Lo sguardo da sorpreso è diventato felice. Ha capito che è diventato un po' più grande, che è cresciuto.
Ed io l'ho visto lavarsi i denti così, come un grande, come faccio io, come fa mio marito...ed ecco che il cuore di mamma si è stretto un po'.

Per compensare vado a mettermi il foulard che ho preso in Grecia nell'estate 2001!

martedì 9 ottobre 2012

Da 0 a 6

6 anni fa avevo qualche chiletto in meno.
6 anni fa avevo i capelli più lunghi e più biondi.
6 anni fa indossavo, per la prima e unica volta, un abito fatto su misura; e mi sentivo bellissima.
6 anni fa avevo fatto in tutta la mia vita forse 10 lavatrici.
6 anni fa.
6 anni fa non pensavo che la vita sarebbe stata così bella!

Solo che ora si entra nel settimo anno!!! Aiuto!


Ieri sera abbiamo festeggiato con una torta (un tiramisù che mi è venuto davvero male) con 6 candeline. Lo Svizzero ha chiesto di chi fosse il compleanno.
 Gli abbiamo detto che era il compleanno della nostra famiglia e tutti e 4 abbiamo spento le candeline.

giovedì 4 ottobre 2012

L'invidia è una brutta bestia (ed io ne ho un allevamento pieno!)

immagine tratta dal web
Secondo me qualcosa non torna...
Sì, riapro il capitolo delle mamme-gnocche, perchè ho dovuto constatare  che il livello si è alzato ulteriormente.
 Questa l'ho vista alla scuola materna. Era lì per accompagnare i suoi due figli. Una donna alta, lunghi capelli neri raccolti in una strettissima coda di cavallo, poco trucco, un abito leggero fino alle ginocchia e sandali con la zeppa.
Ok. Bella.
Bella e ti dici, va bè la natura fa un po' così, è volubile, fa sempre come gli pare e con questa la natura è stata generosissima.
Ci può stare.
 O magari, provi a convincerti, è particolarmente in tiro visto che è il primo giorno e vuole fare bella figura con le mamme e con le maestre (vai te a capire perchè ci si ponga queste questioni, ma tant'è, c'è chi lo fa...).

Ma i giorni passano.
E lei rimane bellissima.
Ma...
Non è più sola, al braccio porta con disinvoltura un ovetto in cui dorme (tutte le volte dorme! grrrrr) una meravigliosa neonata di circa 1 mese.

1 MESE!!!

Io a 1 mese da ogni parto vagavo con gli occhi pesti, indossando, se dovevo uscire, una tuta sporca di rigurgito,  se no mi aggiravo in pigiama con aria da zombie, alternando stati d'animo degni di un disordine di personalità di tutto rispetto! MAi avrei pensato di mettermi dei tacchi, dei vestiti puliti e uscire. Ma anche qualora avessi voluto, io non ci entravo nei vestiti di prima! L'altro giorno quella si è messa una minigonna di jeans mostrando uno stacco di coscia di primo livello e pure abbronzato!

Io non mi capacito. Come fa? Con tre figli? Ha un massaggiatore che la massaggia mentre dorme? Ha venduto l'anima al diavolo?  Quella bimba non si sveglia mai?

Se vengo a sapere che allatta pure è la volta buona che sbrocco!

Ditemi almeno che esistono solo qui!!!

lunedì 1 ottobre 2012

Farina del mio sacco

Odio buttare le cose. Ma di questo ne ho già parlato... Odio anche rinunciare alle cose...metterle via, in cantina. Questo perchè solitamente mi dimentico dove le ho messe e poi ne vado in cerca come Pollicino quando però gli uccellini gli mangiano le briciole, come a dire, a caso... Tipo che non trovo più un tappeto. Un tappeto vero, no un tappetino da bagno, uno scendiletto...no,no proprio il tappeto che stava davanti alla tv. Dov'è? L'ho dato per caso a qualcuno di voi? Non si trova più!
Ma odio mettere via le cose anche perchè, seppure mi professi cristiana cattolica, in realtà sono un'animista, e mi convinco che negli oggetti entri un po' delle emozioni che mi hanno dato o che semplicemente mi aiutino a non dimenticare...Questo per dire che chiaramente ho pianto quando abbiamo smontato il lettino con le sbarre.
Smontato e messo via. Non serve più. Anche il piccolo è cresciuto e gli serve un letto da grandi-ni. Smontato dopo 4 anni di onorata presenza in casa.
Sempre presente, perchè appena ne è sceso uno, è salito l'altro, e lui, da bravo soldatino, li ha accolti tutti, fatti dormire, fatti piangere, imprigionati e fatti evadere. E ora è in cantina. Insieme agli scarponi sporchi , ai giochi del mare e alla riserva di vino.

Nessuno stupore se quindi ieri, il piccolo Anarchico è arrivato da me con gli occhi pieni di lacrime e la bocca a mestolino, mostrandomi i suoi sandaletti estivi, rotti e spellati, che aveva appena recuperato dalla pattumiera in cui li avevo messi... "Va bene amore, la mamma si è sbagliata, non volevo buttarli, rimettiamoli nella scarpiera!"

Ecco che questa mia devianza fosse ereditaria proprio non me lo sarei aspettato!

Non è che anche tutte le altre mie paranoie si sono trasmesse geneticamente?

giovedì 13 settembre 2012

I cartellonisti anonimi: dal Brennero per il mondo!

immagine presa dal web
Quest'estate eravamo placidamente rallentati lungo l'autostrada del brennero. Dico placidamente perchè se ti metti in viaggio quando tutti i giornali, telegiornali, salumieri, edicolanti e zie del globo ti dicono "Non partire! C'è il bollino nero!!!", sei già psicologicamente preparato ad andare piano.
Poi i bambini dormivano e questo cambia radicalmente la qualità di un viaggio. Fatto sta che si procedeva pianino lungo quest'autostrada a due corsie, quand'ecco che superiamo una macchina battente bandiera libanese targa olandese che rimorchiava una barchetta. La targa del rimorchio però si stava staccando, erano avvitate solo due viti e smarmellava pericolosamente. Questa è un'impresa da medioman! abbiamo subito pensato io e mio marito. Ma i bei tempi della Gialappa e di medio man sono finiti e perciò ci siamo chiesti cosa potevamo fare.
La  moderna tecnologia e il proverbiale disordine della mia borsa ci hanno permesso di recuperare un foglio di carta, una biro e la traduzione di "Stai perdendo la targa!" in inglese. Quindi aspettiamo gli olandesi, ci facciamo superare, poi li affianchiamo con bene in vista il cartello "You are losing your number plate!". Gli olandesi fanno in tempo a leggere il cartello e noi procediamo. Secondo me, se gli olandesi sono come noi, il resto del viaggio da Trento a borgo imprecisato olandese è trascorso fra i "te l'avevo detto" della moglie e le alzate di occhi al cielo del marito.

Dopo di che, ho iniziato a volare con la fantasia e a pensare a come sarebbe il mondo se ci fossero i "cartellonisti anonimi": tu cammini per la strada, un tizio ti supera e ti mostra un cartello "se gli vuoi bene, dillo!" (applicabile a genitori/figli, figli/genitori, marito/moglie e adolescenti in genere), oppure "non è ancora troppo tardi!" (valido per malinconici,sognatori, donne in pre mestruo), o, anche, ugualmente valido per la maggioranza delle persone "basta con queste seghe mentali!".
E poi, il cartellonista, accertatosi che tu abbia letto il cartello, ti sorride e se ne va.

Ecco, a me, un mondo così piacerebbe molto...

Avete qualche frase da inserire? Si sa mai che lo faccia davvero...

lunedì 10 settembre 2012

Buon giorno Mondo! e la scoperta dell'acqua calda

Buon giorno!
eccomi di ritorno al normalità, alla casa, alla quotidianità e alle sue routine. Quest'estate l'ho spremuta: ho fatto e disfatto bagagli, abbiamo visto il mare, la montagna e la campagna. Abbiamo sfruttato ogni secondo, ogni opportunità, abbiamo cercato di non dire mai di no alle occasioni, alle esperienze, alle avventure. Pure troppo...visto che alla fine lo Svizzero era diventato un bimbo isterico e intrattabile e che solo ora, che è ricominciato l'asilo, riconosco in lui il carattere che ho visto formarsi. Come dire: belle ma' le vacanze, bello girare e cambiare letto ogni 10 giorno però mo' basta!

Ma oggi, voglio approfittare di questo pianerettolo che è il mio blog per annunciare la prematura dipartita del tavolo della cucina. Era stato uno dei primi acquisti da sposati, cambiata casa l'avevamo scartavetrato e ridipinto. Poi l'avevo decorato con uno stencil. Poi ci avevo scritto sopra un verso di una poesia di Hikmet.  Ed era lui. Il nostro tavolo: compagno di studiate, di cenette e svezzamenti, di chiacchiere fra amiche e torte impastate. Era lui. Il mio tavolo. E oggi, si è schiantato. Così. di netto. Senza preavviso. Ora, visto che io sono quella che ha pianto quando dopo circa 4 anni ha cercato di buttare le mutande con cui era entrata in sala parto (per la cronaca, non sono riuscita ancora a buttarle...), immaginate come sto ora che il mio compagno di cucina giace riverso sul balcone.

Comunque quest'estate ci ha lasciato nuove conquiste:
ad esempio  lo Svizzero ha scoperto di avere un prezioso e simpatico amico: il suo pisello! Complice la vita in costume e la presenza delle cuginette, ci siamo dati a nuove "esplorazioni" e , dal suo punto di vista, strabilianti sorprese. Io, col mio fare pedagogico montessoriano, ho cominciato a fargli indossare solo pantaloni con complicatissimi sistemi di allacciatura in modo da ostacolare ogni esibizione.
Lo Svizzero ha tentato anche l'approccio con i bambini tedeschi che stavano vicino a noi al mare. Noi, da bravi genitori poliglotti, gli abbiamo insegnato solo a dire Halo a chi gli rivolgesse parola  in una lingua a lui incomprensibile, e lui da bravo bambino ha messo in pratica i nostri consigli, perciò una sera si è avvicinato al bambino tedesco che stava esplorando le nostre bici:
Bambino tedesco: "halo"
Svizzero nostrano: "halo" . Genitori (noi) orgoglioni che  sorridono.
Bambino tedesco:Wie geht's?" (come stai?)
Svizzero nostrano, convinto che si fosse passati al gioco "parliamo strano",: " Pikka prec?" Genitori (tedeschii) che pensano che ce lo meritiamo uno spread così alto.

Per quanto riguarda l'Anarchico, invece, stiamo attraversando un'interessantissima regressione. Sarà il ciuccio che non c'è più? Giuro che è scomparso al mare, abbiamo ribaltato la nostra casetta, non è saltato fuori. Sarà lo spannolinamento? Sarà l'aurora? Si  attacca a me come se dovessi partire per la guerra ogni volta che mi allontano di 10 metri, si addormenta solo tenendomi la mano e per lasciarlo alla scuola materna ogni mattina la sua maestra è costretta a staccarlo da me utilizzando la discutibile (ma necessaria) arma delle caramelline di zucchero (sì, a ben vedere mi vende per poco...)

E per finire io ho scoperto che sto in vacanza sto un gran bene, non mi annoio, non mi manca il lavoro, non mi manca la casa, non mi mancano le routine...Ho scoperto l'acqua calda, vero?

martedì 24 luglio 2012

Di valigie ed essenzialità

immagine tratta dal web
Come dicevo, quando partiamo per le vacanze siamo carichi.
Molto carichi.
Non solo emotivamente, ma proprio fisicamente. Porto tutto e spesso manca qualcosa. Mi sono evoluta: sono divantata una mamma 2.0 e faccio le liste per riempire le valigie.
Faccio e consulto.
Depenno.
Aggiorno.
Poi salvo. E mi sento tutta fiera di me. Perchè penso a tutto: se fa caldo, se fa freddo, se fa freddino, se piove. Le valigie si accumulano.
I giochi per il mare, per la casa, per la casa da fare a tavolino, da fare insieme. Si riempono borse.
Poi arrivo nel luogo della vacanza e scopro che ho dimenticato ancora qualcosina, ma che soprattutto ho portato troppo.
E poi il mio occhio cade sui campeggiatori. Razza umana che stimo enormemente. Li ho visti arrivare, scendere dalla macchina e montare una tenda (se erano Italiani la montavano litigando con la moglie, se erano Tedeschi no!). Aprire un tavolino, 4 sedie. Stop. Erano in vacanza. Bagagli: meno del minimo. Per quanto grande e confortevole sia una tenda impone una forte discriminatura: ciò che serve davvero e ciò che no. L'essenziale.
Sono stata scout e quanto orgoglio c'era quando si faceva la route e camminando con lo zaino in spalla, con la fatica addosso, con il peso sulle schiena, in salita, a lungo, una vocina dentro di me, mi diceva che tutto quello di cui avevo bisogno era lì con me, ero autosufficiente, mi bastava poco.
Avevo tutto.

Ora vedo i campeggiatori e penso che anche loro ce l'hanno fatta e che vorrei essere così: riconoscere l'essenziale, saperlo prendere, tralasciare il resto.
In vacanza.
E nella vita.

domenica 22 luglio 2012

E così andò la vacanza...

Piccola parentesi sulle vacanze trascorse: siamo stati in un "campeggio" a Bibione, per tirarmela un po' lo dico alla 'mmericana e lo chiamo Bibi-uan. Dico "campeggio" perchè c'era lo spazio per i campeggiatori,ma noi eravamo in una casa mobile, anzi , mi correggo, una mobil-home. Bella. Davvero bella e superaccessoriata, roba che se la vedeva Moira Orfei la suo roulotte sembrava un giocattolino delle Barbie.
Che so: l'aria condizionata? celo! la lavastoviglie? celo! i doppi servizi? celo! la doccia con l'idromassaggio? celo! la veranda spaziosa e il giardinetto? celo! le zanzare assassine e refrattarie ad ogni disinfestazione? celo! Non ci siamo fatti mancare niente!
E quello che non c'era, ce lo siamo portati da casa: la macchina era carica dentro e sopra, con una scorta di giochi da mare e non che se ci avessero fermato ci avrebbero preso per dei grossisti di giocattoli senza licenza..vagli a spiegare che servivano per intrattenere 2 bimbi e due bimbe che complessivamente raggiungeva 14 anni!



E la vacanza è andata davvero bene, con i nostri tempi, le nostre lentezze, i nostri vizietti e le nostre coccole (brioche al mattino, aperitivo alle 7, sigarettina notturna...), i pranzi a base di toast e le cene a base di bastoncini,  le passeggiate sulla spiaggia, le esplorazioni del mare e delle onde, le autopsie approfondite di granchi, le prove di coraggio dello Svizzero e il tenace lavoro di svuotamento del mare col secchiello dell'Anarchico.




















Io sono stata molto presa anche dal lavare: l'Anarchico, preso dalla brezza marina, si è dimenticato di saper fare la pipì nel water e la faceva così, un po' ovunque, preferibilmente a ridosso degli alberi, ma in mancanza di quelli, anche la gamba del tavolo, la sedia, la veranda...andava tutto bene! E io lavavo...
Lo Svizzero, quando ha realizzato che il fratellino non indossava più il pannolino di giorno, ha preteso che lo togliessimo a lui di notte (insomma, non poteva essere raggiunto e rivendicava i diritti di primogenitura). Non era, non è, esattamente pronto...Sto lavando lenzuola a ritmi industriali! La società dell'acqua è già lì che si sfrega le mani e non vede l'ora di mandarmi l'omino per la lettura del contatore.


Poi è esplosa la coprolalia! Si parla, si canta, si gioca, si mima solo cacca, pipì, scoregge, vomito...inventa canzoni, filastrocche, tormentoni, rivelando una fervida fantasia e una assoluta ripetitività dei testi! Ma noi lo adoriamo così, anche perchè alcune canzoni sono talmente orecchiabili che ci sorprendiamo a cantarcele da soli...con una buona pace dei nostri intenti pedagogici! Ma non dite niente a tata Lucia!


giovedì 19 luglio 2012

Il mistero della cesta del bucato

Tornata!
a dire il vero da un po'...quasi una settimana, ma giusto una settimana mi ci è voluta per affrontare la terribile malefica divinità dei cestoni delle cose da lavare. Il grande mistero: tu prendi, metti in lavatrice, lavi, stendi, stiri (ah aha che ridere: stirare! c'era la lira l'ultima volta che ho stirato!) pieghi, metti via, poi ti giri; ahhhhhhhh!!!!!!! il cestone è ancora pieno! chi è stato? come è possibile? ha un fondo questo cestone? chi viene a riempirlo a mia insaputa?

Ora piano piano vedo il fondo. Oppure l'ho toccato?!

giovedì 28 giugno 2012

Vigilia della partenza!

Care lettrici e lettori abituali, care lettrici e lettori anonimi, casuali, saltuari, indirizzati qui per sbaglio e chiunque altro! Sto preparando le valigie perchè domani partiamo, e con questo colgo l'occasione per salutarvi tutte/i, brindo virtualmente all'estate con tutti quanti e se il caldo/internet/ i pargoli/ il portatile/ le zanzare me lo permetteranno avrete ancora mie notizie, in caso contrario ci risentiamo fra 15 giorni.! Un bacio a tutte/i!

se per caso a qualcuno sta venendo in mente di invidiarmi, faccio notare che da stamattina mi si è bloccata la schiena e non è facile fare le valigie, sistemare, pulire e chiudere casa potendo contare su una schiena elastica come l'asse da stiro. Streching? già fatto. Tachipirina? già presa. 
Qualche rimedio della nonna per ricordare alla mia schiena che dovrebbe essere in grado di flettersi?

mercoledì 20 giugno 2012

Tre punti a mio sfavore

immagine tratta dal web
Arieccomi! la fine della scuola ha coinciso con l'inizio di un periodo un po' strano...Non ho più impegni lavorativi (non che ne avessi avuti davvero tanti, ma il pensiero alla scuola ci andava sempre, al di là delle ore fatte davvero in classe) e i bimbi fino a fine  mese sono impegnati alla mattina al nido e alla scuola materna. E così mi sento dentro a dei nuovi panni: mi sento un po' adolescente di nuovo e gironzolo con la testa fra le nuvole, persa nel godermi questi brandelli di libertà. Brandelli, certo: perchè la casa c'è, la spesa pure, le commissioni anche...ma non mi lamento, non mi lamento neppure del caldo. Riassaporo ricordi del passato.
In più, sicuramente le due gravidanze hanno dato una botta definitiva ai miei risicati neuroni, per cui se 20 anni fa ero un'adolescente briosa,ma ragionevole; ora sono una tardo adolescente di ritorno con un ricco parterre di incongruenze e comportamenti border line.


 Per dire: avevo bisogno di un paio di scarpe. Oddio, proprio bisogno no. Non è la parola adatta. Ma certo mi avrebbe fatto piacere avere un paio di scarpe nuove, ecco così è più realistico. Con la zeppa.  Ma io in alto non ci so stare. Neanche se c'è il platò (non ho voglia di andare a cercare come si scrive, perdonatemi!). Vorrei una zeppa altezza nonna. Ma con la fantasia ggiovane, come sono io! La commessa, una brasiliana dalla cadenza musicale e festosa, riesce a convincermi a portare a casa un paio di zeppe altissime "Ma sciono comodisscime!", con un cinturino miserrimo che neanche ci prova ad abbracciare la caviglia, il vile! Torno a casa e le riprovo. 5 secondi netti e mi fanno già malissimo! è record! ma sono caparbia e io le domerò. Così opto per l'ammaestramento graduale: tutti i giorni me le metto un pochino. Per stare in casa. Quando faccio i mestieri. E così mi ritrovo a passare l'aspirapolvere con il gonnellino a balze (fa troppo caldo per i pantaloni!) e la zeppona. Mi sento a metà fra una pubblicità degli anni 50 e un filmino della Fenech.


 Per dire: su trashic hanno parlato dell'hula hoop. Io ho guardato la mia ciccetta molle che staziona tutt'intorno all'ombelico e con la voce di Pannofino le ho detto che i tempi erano maturi e che la mia libertà doveva attraversare la sua eliminazione. Poi mi sono infilata dentro l'hula hoop e mi sono messa ad ondeggiare. Guardando le repliche di casalinghe disperate. A volte con le zeppe ai piedi.  Questo fa molto casalinga disperata!


 Per dire: sono entrata in un negozio di intimo e come colta da un raptus ho afferrato qualsiasi cosa, poi la provavo  e non mi piaceva. MA al posto di andarmene pensando che il suddetto negozio nulla avesse capito del corpo delle donne, continuavo ad arraffare roba, a provarla e a scartarla. Poi ho capito cos'era: il bello che mi conquistava non era la merce, ma l'odore. C'era nel negozio un odore meraviglioso, talmente inebriante da ottenebrare i miei piccoli neuroncini e spingermi a acquisti compulsivi. Fortunatamente l'odore non arrivava nei camerini e lo specchio scioglieva i miei ardori. Comunque un profumo fantastico, che, mi ha rivelato la proprietaria, è quello della linea del negozio e che viene spruzzato perennemente da dei diffusori ad hoc. Dei geniiiiii!!!! Non ho comprato il profumo solo perchè avevo già fatto bottino, ma continuo a risprofondare il naso nei capi che ho preso per riassaporare la fragranza. Fa molto pervertita.

Ecco tutto ciò non depone a mio favore e mi auguro che mai e poi mai qualcuno possa impugnare questa paginetta contro di me! Anche perchè sarebbe davvero un vincere facile!

martedì 5 giugno 2012

Di fotografie, di scandali e di illuminazioni...

foto tratta dal web
Come già detto, frequento un corso di fotografia. Illuminante. Non per il corso, perchè non capisco nulla di quanto dicono e quando faccio domande colgo l'imbarazzo di chi mi deve rispondere, ma perchè le persone lì dentro sono meravigliose. Meravigliose. Il corso è praticamente concluso, abbiamo fatto domenica scorsa la nostra uscita fotografica per il centro cittadino. Eravamo davvero belli. Armati di macchina fotografica giravamo per la città e appena uno notava un dettaglio o uno scorcio e lo fotografava, dopo poco si ritrovava circondato da tutti gli altri, pronti a rifare la sua stessa foto. Un signore in bicicletta si è fermato a telefonare. Era vicino a dei fiori  in una via piena di negozi. Aveva una tutina aderente da ciclista serio e un notevole sovrappeso da mangiatore serio. Se si fosse girato si sarebbe accorto che 10 persone lo stavano fotografando. 10. Uno aveva anche il cavalletto. Già, il cavalletto. Questo signore di circa 50 anni l'ho soprannominato così: "cavalletto", perchè si è presentato all'uscita con giubbino mimetico multitasche, cappellino mimetico e macchina fotografica montata su cavalletto estensibile. E' una bella persona, un po' sopra le righe, magari...assomiglia e cammina come Pluto. Però è simpatico. E strano: a un certo punto gli abbiamo chiesto di fare una corsa perchè dovevamo esercitarci con la tecnica del panning, lui ha fatto la sua corsetta e poi si è messo  fare un po' di yoga e ha fatto una sorta di verticale con le gambe incrociate. Il tutto in pieno centro. Il tutto con molta naturalezza. Poi ho conosciuto meglio un altro tipo: un pelatone che si rolla sigarette artigianali con la scioltezza di chi sa il fatto suo e che mi ha detto che fare la raccolta differenziata a Brescia è inutile perchè va tutto nell'inceneritore ( e  lui lì lavora). Poi c'era una tipa che appena le ho chiesto se aveva figli ha smesso di fare le foto artistiche alle ombre per farmi vedere le foto della sua patatona che si spalma la pappa addosso. Poi quella che fra una foto ai raggi delle bici e una alle foglie in una fontana, è andata a far shopping da kiko. Poi c'era il nostro tizianoferro pre outing, timido, riservato e abilissimo col photoshop (e secondo me è una conoscenza da tenere buona...). Insomma una bella umanità. Poi al lunedì sera ci si trova per guardare le  foto e commentarle. Mio fratello dice che è un po' volgare questa cosa del guardare le foto degli altri, che i panni sporchi si lavano in casa...e così non viene più. Ma io sera ci sono andata. E c'era LEI. La patty pravo del bresciano. Bionda, magra, algida. Ma aspettiamo un attimo. La serata inizia con il presidente del circolo fotografico che entusiasta come un bambino e con l'acquolina in bocca ci dice che lunedì prossimo ci saluteremo per la pausa estiva e allora...mangeremo i salami ! -pausa- e berremo il vino-sorrisone e pausa- e staremo, così in compagnia! Ah, certo anche il pane!
E' un tipo così: bello, semplice, nostrano. Come gli altri soci del circolo, che più che fotografi sembrano alpini in congedo che aspettano il grande raduno annuale. Gente genuina, che quando parla sembra che abbia inserito un google translate per tradurre dal dialetto all'italiano e spesso la forma ne risente.
Ma c'è LEI. La nostra patty. Un po' patty e un po' catherine spaak ai tempi di harem. Che dice che ha portato delle foto da guardare. Bene! Guardiamole!
le ha già stampate.
le mostra: fiori. fiore con la macro. goccia di acqua su petalo di fiore. luce che filtra fra i gambi di una pianta. tulipano appoggiato che si riflette sulla superficie.
Bello il riflesso, ma che superficie era?
Il mio tavolo.
e poi...
donna nuda. di spalle. capello sciolto sulla schiena. nei toni del seppia. la figura si riflette. sembra che esca dall'acqua. no, il riflesso non è dato da uno specchio d'acqua. no, il riflesso è dato da una superficie lucida. un tavolo! il suo tavolo!
sì, è un autoscatto!
la bocche si aprono. tizianoferro ride. il presidente: "è senza dubbio una foto...come dire, ehm, molto..."
tizianoferro suggerisce "glamour?"
"eh, se...glemur...no, cioè, chiaro che...ma sei te?"
"sì, anche mio marito non ci credeva!"
"eh, certo è molto, molto fatta bene..."
poi per darsi un tono cercava di analizzare la foto, ma non voleva sfiorarla troppo per non sembrare un maniaco e quindi via a lunghissime dissertazioni sull'ombra della mano, sulla bellezza del seppia, sul bell'effetto del riflesso...
alla fine è uscito a fumarsi una sigaretta. L'ho visto davvero provato il nostro presidente...
Ma tutto ciò mi insegna qualcosa...mi insegna siamo delle strafighe! basta solo che ci  facciamo degli autoscatti e poi li correggiamo con il seppia. Non sto scherzando! Penso che forse siamo più belle di quello che siamo portate a credere, ma spesso le nostre pose non ci valorizzano e magari ci guardiamo solo in quei momenti lì, mentre siamo stanche e un po' deluse, accasciate sul divano o con la testa fra i fornelli. E non ci sentiamo belle. Ma lo siamo. E allora dovremmo avere il coraggio di guardarci da fuori, di farci un autoscatto in quei momenti un po' magici, quando sappiamo che siamo niente male, e, se necessario, non aver vergogna di immaginarci in seppia, che cancella i difetti, annulla la cellulite, esalta le linee... Perchè  l'essere bella è, anche, questione di come ci si pone...di come ci si immagina...potere alla fantasia! come dite? slogan vecchio? 'acc! sono arrivata tardi!

lunedì 28 maggio 2012

Questo è un post fotografico, per ricordare che 38 anni fa, in Piazza Loggia, a Brescia, non è vero che non è successo niente...non ci sono colpevoli e ai parenti delle vittime tocca pure pagare le spese processuali. Ma noi sappiamo e vogliamo ricordare, nella speranza che un giorno la Verità possa camminare a testa alta in questa bella e, allora non più triste, piazza.












venerdì 25 maggio 2012

Io, il mc e l'organizzazione.

Sono disorganizzata e lo so. Del tipo che sabato scorso, dopo aver discusso per mezz'ora su dove andare, ci siamo decisi per l'acquario di Gardaland. E siamo partiti. erano circa le 10. Secondo voi mi ero attrezzata per il pranzo? per uno spuntino? avevo preso almeno un po' d'acqua? No. Su tutti i fronti. Ma evidentemente noi viviamo un po' così, riponiamo molta speranza e fiducia nella sorte.
Comunque, finisce la visita. Parentesi per l'acquario: ecco lo svizzero qualcosa ha capito, l'anarchico correva da una vasca all'altra chiamando tutti i pesci Emo (nemo) e Ori (Dori): dallo squalo all'anguilla, finchè, finalmente li ha trovati. E' rimasto molto colpito anche dall'aragosta che si arrampicava e poi cadeva: a questo punto tanto valeva portarlo ala pizzeria marechiaro a guardare gli astici nell'acquario! Dicevo che finisce la visita ed è mezzogiorno passato. E il pc man attacca: "Andiamo a mangiare da Mc Donald?" A me quel posto lì fa venire la pelle d'oca. La spunto e lo convinco a cercare un ristorantino nei paraggi, girovaghiamo fra le bellissime colline del garda e poi troviamo una piccola trattoria dove per pagare accettavano contanti, carte di credito o direttamente un rene.
Nel ritorno, mentre i piccoli dormivano ho cominciato a chiedermi motivo del mio odio per il Mc, che ci avrebbe consentito di risparmiare qualcosina, che avrei potuto investire in shopping per me, per dire...
Ecco la solita catto-comunista che non vuole il fast food! No giuro che non sono motivi ideologici. Anche se fosse gestito da una cooperativa di solidarietà sociale, anche se in cucina ci fossero le suore operaie, ugualmente non ci andrei! Ecco perchè:
- voglio poter scegliere. Non chiedo un menù in pergamena antica scritto a mano col pennino, ma almeno un cartellone con i panini sì! Direte che c'è, certo in alto, a tre metri dal suolo. Io non ho 15 decimi, io per leggere quelle letterine devo essere lì sotto e quando sono lì sotto lo sono perchè di fronte a me ho la cassiera che mi guarda e dietro qualcuno che aspetta. Ecco non è la situazione ideale per fare una scelta.
-voglio sapere cosa mangio. Non mi interessa la provenienza degli alimenti (se ci fosse tanto meglio), ma mi accontenterei di sapere cosa c'è nel panino. Cosa vuol dire mc flic, mc tuck, mc gnasp? cosa c'è dentro? c'è la cipolla sì o no? a me il cetriolo non piace, come faccio a sapere se c'è nel mc top? A chi lo chiedo? alla cassiera che sta iniziando a farsi uscire il fumo dalle narici? a quello dietro di me che mi tampona con il carrellino? Anni fa ho fatto una vacanza studio in irlanda: al mc donald mangiavo solo il gelato! era l'unica cosa che sapevo cosa fosse!
-voglio parlare. Succede una cosa stranissima in quel posto lì. Prendete due persone. Eccole che passeggiano felici, mano nella mano, sono una coppia. Parlocchiano, sorridono...poi decidono di mangiarsi un panino ed entrano lì. Prendono il panino e si siedono. é allora che succede l'inspiegabile: cade il silenzio. Non parlano più. Non si parlano più. Stanno zitti e mangiano. Guardano il panino. Masticano. Si guardano intorno. Masticano. Non ditemi che stanno zitti per assaporare il cibo! Ma se tacciono anche mangiando le patatine fritte! E' un posto che inibisce la chiacchiera, la convivialità, la battuta!
- voglio vedere i miei bambini mangiare. Una volta, su pressing del pc man, li abbiamo portati. Abbiamo preso il menù per bimbi, poi ci siamo seduti vicino alla gabbia area giochi. Mi sono chinata a raccogliere il tovagliolo e quando mi sono rialzata i bambini non c'erano più! risucchiati dal tubo dell'area giochi, non si spostavano di lì! sventolando patatine fritte son riuscita ad attrarre l'anarchico e a catturalo, ma lo svizzero, agile come un cerbiatto continuava ad arrampicarsi e a scansare le mie offerte di cibo.

Considerato quindi che in quel posto lì non ci voglio andare e che se andiamo in un altro ristorantino rimaniamo senza reni, è il caso che io impari ad essere un pochetto organizzata ed a avere un pranzo al sacco pronto per ogni evenienza. Come dicevano gli scout "estote parati": siate pronti!


sabato 12 maggio 2012

Cambio armadio...chi si offre?

Avevano detto che sarebbe piovuto. Per ora niente. E pensare che mi ero preparata così bene: ho anche raccolto i panni stesi e richiuso le tende da sole. Tutta fatica inutile. Non piove. E' che sono terribilmente pigra, pigra a livello nobiliare, pigra da trovare faticoso quasi tutto.
Pigra da non avere fatto il cambio armadi. Non lo vorrei fare, ma poi succede che indosso per tutta l'estate le uniche due magliette che ho riesumato. Poi, di solito verso fine agosto, mi inoltro di più negli scatoloni e scopro che avevo altre magliette (toh!), magari carine (caspita!), ormai passate di moda o di taglia (ahimè). Ed io per tutta l'estate a mettere e rimettere le solite due cose.
Ora, mi domando e dico, e anzi mi rivolgo a tutte quelle ragazzine che vogliono due soldini da spendere: proponetevi come esperte del cambio armadi. Dopo la baby sitter, la dog sitter ecco a voi la dress sitter! Cara fanciulla tu arrivi apri l'armadio e fai la selezione tu: col tuo occhio spietato butti via tutte le nefandezze piene di pelucchi e ricordi, il maglioncino infeltrito che indossavo quando allattavo, la gonnellona zingaresca per quando le gambe non sono perfette, i calzini spaiati che conservo- metti che prima o poi si recuperi il fratello disperso-, l'intimo anti-sesso e quello decisamente osceno...
Arriva cara fanciulla e elimina! Lo devi fare tu perchè io, già lo so non ce la posso fare.
Giusto per dire come sono messa, l'altro giorno coi lacrimoni agli occhi ho buttato le mutande che avevo quando sono andata a partorire lo Svizzero (quasi 4 anni fa!!!). Erano deformi, sfatte dalle lavatrici, vissute oltre i loro limiti. Ma erano lì con me quel giorno...e avevano disegnato un maialino. E sul retro la codina arricciata del maialino. (ok, lo so, ho pessimo gusto... non si infierisca!). Ma questo per dire come sono messa male.
Quindi mi serve la fanciulla. Non importa che sia un'esperta di moda o di gusto, mi basta che abbia il senso della decenza e un po' di faccia tosta per dirmi in faccia che certe cose proprio no, non si possono indossare.
Poi la pago.
Però mi porta anche i cappotti in lavanderia.
E mi mette i fogliettini antitarme.
E poi mi mette le etichette stilose sugli scatoloni. Magari scritti con calligrafia vintage...
Chiedo troppo?
Oppure se una di voi vuol passare di qui...tanto questo week end danno brutto!

giovedì 10 maggio 2012

Allora: mi sono iscritta a un corso di fotografia. Questo perchè mi sono stufata di avere una reflex e di non capire assolutamente nulla di fotografia. Mi sono anche stufata di contemplare le foto che vedo in quasi tutti i siti e di rimanere incanta a bocca aperta, per poi cercare di ripetere le stesse foto con risultati fantozziani. E poi mi sono anche stufata di sentire il pc man che continuava a ripetermi "allora? perchè non ti iscrivi a un corso di fotografia?". E' chiaro che il corso lo devo fare io perchè lui vuole le foto belle. Quindi nei nostri album fotografici, io non ci sono mai. A meno che non consideriamo tutte le foto che mi sono fatta da sola stendendo il braccio e impugnando la macchina fotografica al contrario, che, insomma, non sono proprio foto di qualità. In ogni modo mi sono iscritta al corso di fotografia del mio comune. Corso base.
Base.
Mi aspettavo lezioni a partire dal "Come togliere il tappo dall'obbiettivo", per poi passare "Il flash: una luce automatica, non sta per piovere", qualche lezione sulla composizione "I ritratti: attenzione a non tagliare la testa", e altre amenità pratiche.
Invece si parla di cose oscure: già dalla prima lezione il tizio parlava di focale, di diaframma (ma non siamo al consultorio!), di tempi, di bilanciamento del bianco (sento un chè di razzista, non so...) ed io non capivo nulla.  Il tizio sparava numeri: "con un iso 800, consideriamo una focale alta, e poi chiaramente scegiendo un diaframma 5.2, o anche meno, consideriamo i tempi 1/6, no?"
No. O sì? Non saprei. Mi veniva molto da ridere. Gonfiavo la bocca per non scoppiare a ridere. Poi mi sono girata con gli occhi lucidi e ridanciani per vedere le reazioni degli altri.
Tutti intorno a me annuivano.
Seri e concentrati.
Così annuivo anch'io; nel frattempo, siccome la sede è la stessa del bonsai club, mi studiavo tutti i cartelloni con gli errori più diffusi nel bonsai (se non fosse che il mio pollice verde è un killer spietato, cambierei club, ma amo la natura, quindi lasciamo perdere).
Poi pian piano sto iniziando a capire, chiaramente gli altri sono anni luce avanti a me e fanno domande tecnicissime, ma qualcosa sto capendo. Lo sto capendo così bene, che mi viene voglia di trasferire certi concetti alla vita reale.
Parliamo della Macro. Di quando fai le foto ai dettagli. C'è un prato intero, ma tu vuoi guardare quel fiore. E fai la macro (in realtà se sei furbo e hai la macchinetta la metti sulla funzione con il disegnino del fiore e sei a posto): ti avvicini, apri per bene il diaframma, probabilmente fai altre cose che non ho capito quali siano, e scatti. Ecco la foto: il dettaglio è nitido e luminoso, tutto il resto è sfuocato. Così ho pensato che tanto volte vivo la mia vita facendo costantemente foto macro. Mi fermo sui dettagli, li ingrandisco, li metto in primo piano, li vedo per quello che sono, a volte pieni di difetti e di mancanze. Tutto il resto non lo considero, lo infilo dentro uno sfocato confuso. Faccio così quando sono stanca. E questo non mi aiuta.
Allora voglio fare solo grandangoli. Voglio allargare lo spazio il più possibile, fare entrare nella foto tutto il prato e magari anche le montagne dietro e un pezzetto di cielo. Perchè il grandangolo è più onesto. Perchè se nella mia vita mi fermo ad analizzare ogni dettaglio e a sfuocare il resto, vedrò spietatamente i miei errori, a volte solo quelli, e questo mi farà male, mi farà venire voglia di smetterla. Ma se allargo lo spazio, se insieme al mio errore faccio entrare anche quello che è andato bene, che ho fatto di giusto, allora la visuale cambia. E lo sfondo non è meno importante del primo piano. Se insieme alla mia rabbia per una cosa andata storta, faccio rientrare anche la soddisfazione del giorno prima, se non guardo solo i dubbi del presente, ma anche quello del passato che si sono trasformati in certezze ecco che il quadro è meno sconsolante, anzi brillano colori dimenticati, riflessi che avevo nascosto.

Quando trovo una metafora anche per il bilanciamento del bianco vi faccio sapere...







martedì 24 aprile 2012

Mamma portami a Seridò...

Oggi siamo stati a Seridò e se qualcuno che legge vive nei pressi di Montichiari (BS) ci deve andare!
(Apro una parentesi inutile: ma vogliamo parlare della toponomastica? Questo posto si chiama Montichiari ed è in piena pianura padana! Conosco un paese di queste parti che sta sul fondovalle e si chiama Nave e salendo ancora un po' ci si imbatte in Caino! Ma perchè???? Chiudo la parentesi.)
Dicevo: Seridò. Una mega area gioco destinata ai bambini, di libero accesso, con mille giochi, da fare da soli, in gruppo, con i genitori...c'è l'area pittura, costruzioni, macchinine, i gonfiabili, la sabbia, i cavalli, il teatro...E dovunque ti giri vedi famiglie che passeggiano con i bimbi, genitori sdraiati per terra a fare piste, mamme intente a creare col sale colorato: mi sembra la celebrazione della famiglia e del mondo che vorrei, un mondo dove c'è il tempo e lo spazio per i genitori di stare con i figli, di perdersi nei loro giochi, di emozionarsi per le loro imprese.
Il tempo e lo spazio per poterlo fare.
E così ogni tanto mi commuovevo...ma questo anche perchè ho la solidità emotiva di una medusa e piango per niente!



Ma partiamo con il reportage fotografico: questa è la paffuta mano dell'Anarchico che affonda in una sabbionaia riempita di segatura (la segatura è poi passata dalla mano alla bocca, chiaro...)




scopriamo i trattori: il grande viaggia da solo, il piccolo preferisce un sistema propulsivo a spinta muscolare posteriore (il papà)



e ci imbattiamo nelle vecchie trottole di metallo! erano l'oggetto dei miei desideri da piccola (insieme alla casa di Barbie con l'ascensore): mai ricevuto. E chiaramente, ora che ho dei figli...non sono riuscita a trovarle!


Ma quando il sistema a spinta muscolare posteriore dà forfait, al piccolo Anarchico non rimane che spingersi "a punta"


Qua ci sono stati un sacco di tempo: dei mattoncini giganti! hanno costruito e distrutto dei castelli più grandi della nostra prima casa! e mentre li costruivano già pensavo all'ikea e a come li avrei arredati...


poi abbiamo trovato la sabbia, è uscito un raggio di sole ed è subito estate!



l'Anarchico tentenna...


e per concludere le sempre amate macchinine, come se a casa non ne avessimo tonnellate, ma vuoi mettere con quelle che non sono tue?!?

lunedì 23 aprile 2012

I segreti del bagno.

Ma è normale? E qui mi rivolgo a tutte coloro che vivono con un uomo adulto. Tipo un papà dei propri figli. Lasituazione è questa: l'Anarchico è in piena sindrome dei terribili due, roba che pensavo di averla superata anche con lo Svizzero, perciò mi dicevo " e che sarà mai?", e invece neanche da paragonare! I capricci si inseguono a ritmo vertiginoso, uniti alla straordinaria abilità di fare e perpetrare le azioni più pericolose o proibite, con lo Svizzero che gli fa da suggeritore e da palo. Gli è ritornata la fissa per il bidè, è nata la smania di truccarsi con i miei trucchi (che va bé che mi trucco male, ma lui mi batte!), apre cassetti ed estrae come da una tombola qualsiasi cosa che le sue paffute manine trovino e per le zone inarrivabili ha capito perfettamente che le sedie sono fatte per spostarle ed arrampicarvisi sopra. In questo delirio suo e mio (urlo no! anche di notte, ormai!), l'apice si tocca all'ora di cena. Anzi in quei minuti che dedico a preparare la cena. E' lì che mi frega. Ed in quel momento che sento l'amato rumore delle chiavi nella toppa. Il cuore si solleva, la bocca si apre in un sorriso, le rughe si distendono (seee...magari!) è lui! il mio uomo! il mio salvatore! lo guardo adorante come quando venne ad aprire lo sportello sul sagrato della chiesa! ora giocherà con i bambini e io potrò fare la cena senza sembrare un dvd mandato al doppio della velocità! Un bacio ai bimbi, un bacio a me e poi...le temute e odiate cinque parole: "Vado un attimo in bagno!". Noooooooooooo!!!!!
Perchè non è un attimo! il tempo è relativo? balle! esistono gli orologi,non è relativo! e il suo non è un attimo: 15-20 minuti! ogni volta! perchè?????
Io continuo a chiedermi cosa avviene quando è in bagno. Perchè certe cose durano 5 minuti. Se sei sano, se stai bene, perchè  se hai bisogno di tutto questo tempo vuol dire che non stai bene, che dobbiamo chiamare la marcuzzi e il suo bifidus! No, lui sostiene di stare bene. E allora fa altro. E allora in bagno c'è  un passaggio segreto con la vicina del piano di sotto, che è vecchia, sorda e parla solo dialetto stretto, però, magari...vai a saperlo...Oppure soffre di narcolessia selettiva. Entra in bagno, si siede, colpo di sonno, dorme, si sveglia, si alza, tira lo sciacquone. Che stia scrivendo un libro? Un enciclopedia, visti i tempi...Oppure sta costruendo un tunnel, come i carcerati nei film 'mericani che scappano scavando un tunnel nel bagno! Ma allora perchè entra in casa, se poi progetta un'evasione! Io veramente non so più cosa pensare, vorrei solo sapere se è normale...

martedì 10 aprile 2012

Nebbie di primavera!

Ci sono ancora! Mi sono un po' nascosta...no, non mi hanno beccato le mamme-suv imbufalite, anche perchè l'operazione corvo nero bis non è stata ancora perpetrata!
Ho  però bisogno di nascondermi un po': ecco vorrei un po' di nebbia invece di questa primavera.
Vorrei la nebbia perchè mi sento un po' persa e allora fa meno male perdersi se c'è la nebbia, se hai la giustificazione, l'alibi, se non poteva essere che così.
Io invece mi sento persa e fuori c'è il sole (c'era, perchè da queste parti c'è un gran freddo!), e non ci sono dati oggettivi, rilevanti per perdersi. Ci sono i punti di riferimento, tutti, visibili.
Eppure io rispolvero un po' di disagio adolescenziale e vago con le mani in tasca e la fronte corrucciata. Così aumentano pure le rughe...brutta mossa.
Cos'è? Il lavoro? Forse...Quest'anno seguo un bambino che praticamente non ha bisogno di me, e allora sto in classe con lui, do una mano alle colleghe, aiuto i bimbi in difficoltà. E' bello fare la maestra, bello davvero, ma quanto mi sento inadeguata! Quante volte ho dovuto alzare la voce, riacciuffare bambini, sgridare, minacciare...troppe. Non è così che avrei voluto fare...Mi dico che è normale, che è la gavetta, che l'inesperienza ha un prezzo, che essere maestra di sostegno significa per gli altri bambini che io sono un po' una via di mezzo poco chiara...la mente lo dice, lo ripete, ma io mando giù bocconi amari e mi chiedo se sarò mai in grado di essere all'altezza di questo compito.
Poi c'è la mia famiglia, bella adorata luminosa. E ci sono due progetti diversi: il mio e quello di mio marito. Lui che vorrebbe allargare la famiglia accogliendo qualche altro bimbo, magari in affido, certo non ora, ma fra qualche anno, bellissima idea, generosa, nobile, che,seppure con una paura gigantesca, mi sento di condividere...ma questo comporta che non facciamo più figli, come dire...alla vecchia (!), e questo pensiero mi stringe un po' il cuore...davvero basta? davvero non proverò più quelle sensazioni, quelle paure, quei moti di commozione che una gravidanza porta con sè? davvero basta? mai più un'ecografia, la sala parto, l'allattamento, il prodigio di vedere e sentire un cosina che cresce fino a diventare persona? davvero basta?
ecco, è questa la nebbia che sento intorno a me, che mi fa perdere...e ho aspettato a scrivere questo perchè scrivere significa dare una concretezza e un'oggettività ai pensieri, e non mi sentivo pronta a leggere quello che penso. Poi però mi sono anche detta che finchè sto a crogiolarmi nel mio nebuloso mondo, difficilmente troverò la strada, perciò eccomi di nuovo qui, a rimettermi un po' in gioco...

lunedì 12 marzo 2012

Operazione corvo nero

Mi hanno censurata! Non lo sanno, ma mi hanno appena dichiarato guerra!
Andiamo per ordine: pochi giorni fa, scrivevo il mio lamento e disappunto per il parcheggio insensato e selvaggio davanti all'asilo. Olè! Un coro di consensi, tutt'Italia condivide il mio sdegno, unifico la penisola    nell'insulto a chi non rispetta le leggi! Ma una geniale commentatrice mi lancia la palla: "vai, stampa il post e mettilo sotto il tergicristallo della macchina arrogante!". Lo faccio? Non lo faccio? In realtà la cosa mi tenta, ma mi cago sotto pondero bene i pro e i contro e scelgo la terza via! Correggo un po' il post (in realtà una volta ho visto anche una punto parcheggiata sul marciapiede) e lo stampo. Poi lascio cadere le tenebre.
Ore 23. Mio marito esce di casa per dirigersi al parcheggio dell'asilo, in mano ha una busta trasparente, dentro il mio post. Parte l'operazione corvo nero (un nome dato assolutamente a caso). Raggiunge il parcheggio. Nessuno lo segue. Scende e attacca il foglio alla cancellata. Fulmineo risale in macchina e torna a casa. Nessuno lo ha visto. Nessuno lo ha seguito.
E' mattina. Mi preparo per portare i bimbi all'asilo. Sono un po' in ansia. Cosa troverò? Immagino un piccolo raduno di mamme intorno al foglio....saranno con me o saranno inferocite? Staranno già facendo una petizione o staranno cercando indizi per risalire al colpevole? Ma soprattutto mio figlio, che ha prelevato il foglio dalla stampante dicendo "Mamma! é tuo questo?" , vedendo il foglio appeso griderà "Mamma, guarda il tuo foglio!"??? Sto pensando di calargli bene sugli occhi la berretta, oppure lo faccio correre, oppure lo sgrido così cammina a testa bassa, non so...
Arrivo  nel parcheggio.
C'è una macchina sul marciapiede.
Non c'è nessun foglio sulla cancellata.
 Non c'è nessun foglio per terra.
Non c'è nessun foglio!!!!
Mi hanno censurata!!!!
Stanotte scatta operazione corvo nero, bis.

mercoledì 7 marzo 2012

Osservazioni da un parcheggio

In attesa di scrivere qualcosa di serio (?), edificante (?) e originale (!), lasciatemi unire al coro di donne-uomini che rumoreggiano nei parcheggi antistanti gli asili.
Orbene, cara mamma/ caro papà, la distanza massima dal cancello al parcheggio più lontano è 30 metri. 30 metri. Se proprio la metti lontano. Ecco, 30 metri, in una bella e fresca mattina di marzo, tenendo per mano il tuo bimbo che sa camminare (ricordi? quello strano e utile movimento alternato delle gambe) , sono  una cosina bella da fare! magari fai due chiacchiere in più, gli ricordi che gli vuoi bene, gli parli della tua infanzia, quello che vuoi! ma cammina! perchè proprio non capisco perchè devi parcheggiare il tuo gigantesco e pulitissimo (ma quante volte lo lavi?) suv sul marciapiede davanti al cancello!va bene, il marciapiede è grande, ma probabilmente è grande perchè dovrebbe essere un punto di raccolta, di chiacchiere, di passeggini, non il tuo parcheggio privato in front of asilo! E se lo trovi sempre sgombro non è perchè noi poveracci abbiamo paura di ledere gli ammortizzatori delle nostre sgangherate automobili o perchè non abbiamo capito la straordinaria legge della fisica per cui se parcheggio più lontano ci vuole più tempo per arrivare a destinazione, ma perchè pensiamo che non sia il caso di incoraggiare lo sviluppo e la crescita di altri furbi in questo paese di furbi, di gente che pensa che le regole non li riguardino, siano facoltative, orpelli utili solo se in grado di avvantaggiarci. Allora, cara mamma dal capello fluente e splendido (sì, questa è invidia, me lo dico da sola!), che esci sbattendo il portellone del tuo suv , parcheggiato davanti al cancello, sul marciapiede, te lo dico in amicizia: SPOSTALO! Il marciapiede, come dice la parola, è per i PIEDI! capito? piedi, no ruote! e già che ci sono, sempre in amicizia,  ascoltami: metti la cintura a tuo figlio! Perchè anche se il tragitto è breve (e ancora una volta mi chiedo a che ti serve 'sto suv!), il pericolo è uguale! E poi, ma questa volta con un po' meno di amicizia: se sei nel parcheggio di un asilo, RALLENTA! cazzo corri?

venerdì 2 marzo 2012

Rossetto magico


Che fate quando vi sentite giù? Io mi metto il rossetto. Sono seria. Faccio così. 

Una mia amica risolve gli affondi della vita dall'estetista, non so perchè ma a lei un colpo di ceretta fa sembrare la vita più bella. Un massaggio drenante le drena anche la tristezza. A me no. Sarà perché la ceretta mi fa malissimo e il dolore non mi piace particolarmente. Sarà perchè dopo la ceretta l'estetista mi propone trattamenti aggiuntivi che nascondono dei sottotesti non molto celati: "una bella pulizia al viso, quando la facciamo?" " ho dei nuovi prodotti anticellulite fenomenali, li vuoi provare?" "hai mai pensato alla ginnastica passiva?". Ecco, apprezzo il tatto, ma la mia autostima subisce un abbassamento, anzi un decluttering. 
Ne ho un'altra, che è la nostra Bree van de Kamp, che mette in ordine. Riordina tutto. Anche cose non sue, tipo l'armadio della sorella, il comò dei genitori...Riordinare riequilibra il suo giardino zen mentale. La fa stare bene. E' inutile dirlo, l'abbiamo invitata tutte a casa nostra a sfogare le sue tristezze, ma non ha accettato, probabilmente la cosa per funzionare non deve essere indotta.
Io mi metto il rossetto. Perchè mi fa sentire bella. Anche se sono vestita come una dodicenne che non ha ancora fatto il cambio armadio.Anche se i capelli mi sembrano colati sulla testa. Però, se per sbaglio incrocio uno specchio e mi vedo lì, sconvolta, stanca e un po' abbattuta, lo sguardo si possa su questa macchia di colore e così, mi sembra che faccia brillare il resto, che magicamente valorizzi gli occhi, esalti l'incarnato, minimizzi le imperfezioni, distolga lo sguardo dal naso, dei nei, dagli occhiali...Insomma il classico rossetto magico!
O forse è solo che così posso giocare di nuovo, posso tornare bambina, quando mettersi il rossetto era il massimo del trucco possibile, il passo estremo, l'ultimo baluardo da raggiungere per abbandonare l'infanzia e diventare donna. E allora nascosta in bagno, con i rossetti pastossimi color rosa barbie della Debby, provare a metterli, a toglierli, a rimetterli, fino a toglierli di corsa quando la mamma chiamava perchè era pronta la cena.

giovedì 9 febbraio 2012

Due anni- ma va là!

Fra poco sono 2 anni. Ma non è mica vero. Dicono che hai 2 anni, che esisti da due anni nella nostra famiglia, che sono passati 24 mesi, più di 700 giorni... ma va là! Tu sei ancora quel piccolo cuoricino che batteva dentro di me, sei quel ranocchio sperduto stretto fra il mio seno e le mie braccia, sei quel mistero di vita e di amore che non mi so spiegare. Sei il mio piccino: sei nato l'altro ieri, era ieri che ti sei messo in piedi da solo spingendo la seggiolina dell'ikea, è da stamattina che parlocchi, poche ore fa hai iniziato a mangiare da solo, mezz'ora fa hai fatto il tuo primo disegno! Non venite a dirmi che sono passati due anni. Io non ci credo a questa balla del tempo che passa...sono solo chiacchiere!

martedì 7 febbraio 2012

Mi sono incoppettata!

Oh perbacco! Mi sono data alla speleologia! Ma non in una fredda grotta, con stalattiti e stalagmiti, no. Ho fatto la speleologa dentro di me! Ho provato la coppetta mestruale, detta anche il Santo Graal! Perchè l'ho comprata? bhe, al di là di motivazioni ecologico-risparmiose, l'ho trovata  in offerta su group-on e non ho resistito! Ahhhhh che risate ci siamo fatte noi tre: io, la coppetta e il mondo misterioso che ho là sotto! Sì perchè per me quella è sempre stata una zona segreta, come l'Africa per i romani "hinc sunt leones!" e non se ne parla più, centro nevralgico di piacere, di dolore, di vita, di sangue....insomma, roba che al confronto l'isola di Lost (scusate non ho ancora finito l'ultima stagione, mi mancano 20 puntate e sono fuori dal tunnel!) sembra Gardaland! E invece la coppetta ti impone di prendere in mano la situazione (così grande? non può entrare!), di esplorare (allora, se ben ricordo devo andare da questa parte...), di cercare (eppure era da queste parti...!), di farti prendere dal panico (ahhhhh!!! non c'è più!), di ricordare (devo spingere, com'è che mi aveva detto l'ostetrica?), di litigare (adesso mollala, è mia! lasciala uscire!), di tirare un sospiro di sollievo (ahhhhh!!!).  E poi ho conosciuto le seguaci del Sacro Graal, che si trovano su un fantastico forum e non vedono l'ora di accompagnare mano nella mano le neofite imbranate come me! Insomma, a parte questioni tecniche da affinare, l'esperienza è da ripetere, perchè è davvero una rivoluzione soprattutto nel modo di vivere e viversi nel proprio corpo, un po' più consapevoli, un po' più partecipi e magari un po' più fashion: c'è una ditta che le fa glitterate! Vuoi mettere la patata col glitter?!?

martedì 24 gennaio 2012

La mia eterna rivale

Pensavo di non essere competitiva. E di non esserlo mai stata. In fin dei conti non mi sono mai paragonata agli altri, non cercavo di superare qualcuno o di eguagliare i risultati degli altri. Non dico in ambito sportivo, dove sono stata e sono tuttora veramente negata (ricordo che riuscivo a essere selezionata per la gara di resistenza solo perchè mi lasciavo doppiare e poi mentivo alla profe, così andavo a correre la gara dove arrivavo chiaramente penultima, fra lo stupore dell'insegnante e le risatine delle compagne!). Ma in ambito scolastico non mi interessava assolutamente conoscere i voti degli altri o paragonarmi ai compagni. Ma questo non perchè non sono competitiva. 
Non sono competitiva con gli altri, ma lo sono con me stessa, senza pietà e senza scrupoli. 
La mia indole pignolina, il mio orgoglio, forse anche le aspettative di mio padre, mi hanno sempre portato a dare il massimo. Sempre. In qualsiasi campo io fossi. Anzi o davo il massimo e riuscivo bene o mollavo. Fine. Non mi piace più. Non lo faccio più. Non sono portata. Ma non era per primeggiare sugli altri. Dovevo primeggiare su me stessa. Superarmi ogni volta. Migliorarmi costantemente. E qui casca l'asino (e si fa male), perchè se è sano dare il meglio, non lo è più quando questo pregiudica la qualità della vita. Così ho trasformato l'impegno scolastico in una gabbia in cui proteggermi dal mondo esterno, concentrata nell'andare sempre meglio. E il 7 era uno smacco. E se facevo un' escursione, dovevo farla meglio di come l'avevo fatta precedentemente, dovevo. A costo di arrivare al rifugio col cuore in gola, ma dovevo essere più veloce, e magari anche con lo zaino più pesante. Non me lo chiedeva nessuno. Me lo chiedevo io. E penso di essermi giocata alcune belle occasioni per essere felice, perchè mi sono presa troppo sul serio e guardando solo il risultato, ho perso di vista il tragitto, che era bello pure quello! La scuola, il volontariato, gli impegni erano strumenti per dimostrare a me stessa quanto ero brava, in questa gara esasperata con le mie aspettative e il mio orgoglio. E l'ho capito solo ora. Per l'esattezza l'ho capito pochi giorni fa, mentre nuotavo in piscina e avevo deciso di non contare le vasche, ma semplicemente di nuotare per 30 minuti. Ho azzerato la mia rivale: non c'erano record da battere, nuovi primati, fatiche da infliggersi. C'era solo nuotare, con i miei tempi, la mia calma, la volontà di godersi il momento, non solo l'arrivo. Così ho nuotato e non so quante vasche ho fatto. Ma mi è piaciuto come non mai. Mentre la mia più grande rivale stava lì, a bordo vasca, un po' smarrita per questo cambio di programma.

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mercoledì 18 gennaio 2012

Io e la tecnologia, parte seconda

Alcuni mesi fa, per l'occasione del mio compleanno (ho compiuto anche questa volta 28 anni! sono brava, vero?), mia mamma, forse afflitta dalle condizioni in cui versa(va) casa mia, decise di regalarmi un robottino che pulisce. Una grande opera di convincimento è stata fatta anche dal commesso del negozio, che ci assicurato che il prodotto era una meraviglia, fantastico e che lui gli si era anche affezionato, amava guardarlo pulire e gli parlava anche. Come dire, chi si somiglia si piglia: mia mamma parla con la tv, io minaccio la lavasciuga e lui parla con l'aspirapolvere...siamo tutti una grande famiglia! Così arriva il robottino a casa: supera le perplessità del marito programmatore, aggira la curiosità dei bimbi e inizia a pulire. Attenzione non è il robot stra figo con i sensori dello sporco, che mappa il soffitto, ricorda i percorsi e probabilmente ha il gps integrato. No, io ho il cugino demente. Quello che va a caso, gira in tondo fino a quando non va a sbattere, allora come un ubriaco smette di girare si sposta un pochino e ricomincia a bere  girare.  Per un po' tutto bene, evidentemente si stava ambientando...poi ha tirato fuori il carattere. Un bel giorno si è messo a fare rumore, non era successo niente, un attimo prima andava e poi si è trasformato in un trattore: tatatatatatata! Per parlare fra di noi si doveva urlare come quando vai vicino a un aeroporto. Lo guardiamo: niente. Lo smontiamo: niente. Procediamo con la sempre nota e efficacissima manovra "spegni e accendi": niente. Sospiro e decido di lasciarlo fermo. Per un po'. Mi dimentico che esiste. Me lo ricordo e lo faccio ripartire: miracolo! non rumoreggia più! Porterei questo caso a Vojager, se fossero persone serie...Ora è silente, ma solo perchè ha cambiato strategia. Adesso cerca di indurmi alla pazzia ostinandosi ad andare dove non deve: 110 mq di casa, ma proprio sopra il libro dei barbapapà dimenticato per terra devi andare? che poi non riesci a scendere! e chiami! e piangi! e fai pio pio finchè non vengo a liberarti! come si può vedere sono entrata anch'io nella fase "parla con lui" che mi aveva anticipato il commesso. Il robot figo ha il sensore sporco, anche il mio, ma l'hanno montato al contrario: lui capisce dove c'è lo sporco e lo evita, in una stanza di 10 mq è stato capace di andare ovunque tranne sulle briciole (che gli avevo messo apposta! pensavo di addestrarlo!). Così lui gira e io gli dico nooooo! no bello! vai di là! di là! spostati, no! non di lì! di lì ci sei già passato! smettila!
Adesso vedo che su groupon ne vendono un altro, ora vado a dirglielo e poi vi riferisco...

venerdì 13 gennaio 2012

Io e la tecnologia, parte prima

Ricordo di aver sentito distintamente più e più volte mia mamma parlare con il computer. Erano i lontani anni 90, c'erano i floppy, se c'era internet noi non lo sapevamo e lei parlava col computer. Più spesso lo sgridava perchè non capiva cosa avrebbe dovuto fare. Poi l'ho sentita parlare anche con la televisione, ma non rispondendo al telegiornale o incalzando Vespa perchè facesse delle domande degne di questo nome, no, lei parlava più che altro con i telecomandi, alla ricerca del pulsante giusto da premere per raggiungere il programma o anche solo il volume preferito. Ma, mi dicevo, è normale! E' nata nella prima metà del secolo scorso, il suo primo televisore aveva tre canali in bianco e nero, è logico che cerchi un dialogo con questo popo' di tecnologia! Ma sorridevo dentro di me, per questa visione animistica della realtà...e passandole accanto le dicevo "ma dai, mamma! non ti può rispondere!".
Aveva ragione lei.
Capiscono.
Ho dovuto sposarmi per rendermene conto.
Sono come i cani, gli manca solo la parola!
Un esempio: la lavasciuga. Era nella lista nozze, l'avevo voluta perchè speravo mi avrebbe semplificato la vita. Questo 5 anni fa.Beata ingenuità di sposina novella! Per cinque anni non ha fatto altro che prendermi per il culo. La facevo partire e voilà: aprivo l'oblò e il bucato era ancora da stendere! Mmmm, facciamola andare ancora un po'...voilà! aprivo l'oblò e mi trovavo davanti a dei grovigli di biancheria asciutti tipo sahara, pieni di grinze, impossibili da stirare. Ho provato, all'inizio applicandomi, poi sempre con meno convinzione, alla fine, una volta ogni tanto provavo a farla asciugare e lei, maledetta, si divertiva a fregarmi: girava per ore e poi dovevo comunque stendere! Pazienza, ho detto alla fine, ti userò solo come lavatrice.
Ma la famiglia cresceva e con lei la mole del bucato, e finchè è estate va bene, finchè i bimbi stanno a casa va bene, ma arriva l'inverno, e arriva l'asilo e mica puoi mandarli a scuola con le magliette "vissute"? Ma dove stendo? Fuori non si asciugano, dentro mi cresce la muffa sui muri...la nonna si offre come sponsor per partecipare alla spesa di una asciugatrice, trovo un'offertona con una combinata lavatrice + asciugatrice, volantino alla mano sono pronta ad andare in negozio, ma prima ritorno da lei, le do l'ultima possibilità...e lei? Lei si mette a funzionare, la stramaledetta! lava e asciuga! asciuga davvero!
Ho dovuto minacciarla, sventagliarle davanti la concorrenza per farla ragionare! E poi non venite a dirmi che gli elettrodomestici non capiscono, se non stiamo attenti questi qua prendono possesso della terra, altrochè!
Riflettendoci, anche i miei capelli fanno così: mi stanno da cani per settimane, poi prendo l'appuntamento con la parrucchiera e, magia!, si mettono in piega da soli, perfettamente...non capita solo a me, vero?

giovedì 12 gennaio 2012

Scusate il disordine, anch'io!!!

Ma sì! faccio outing anch'io! Ispirata, incoraggiata, galvanizzata da gc, mi lancio anch'io in questa parata incredibile!
Non ho mai amato l'ordine, anche perchè è sfuggevole, etereo...ti dai da fare come una matta per conquistarlo e dopo due secondi di vita reale, puff! se ne va! come il peggiore degli sciupafemmine (notare questo gergo da educanda!). No, non fa per me. Ho alcune amiche che sembrano tutte Bree delle casalinghe disperate (oddio, magari non sparano e non amazzano conoscenti, almeno credo...), la loro casa è uno specchio, perfetta e soprattutto ordinatissima. Nulla fuori posto. Sono andata a trovarne una alle 10.30 del mattino: aveva già apparecchiato per il pranzo, messo l'acqua nella pentola e pesato gli spaghetti, sulla padella le scaloppine che già cuocevano per il bimbo. La cucina era immacolata.
Ecco, io non sono proprio così, perciò oggi vi invito nella mia stanza degli ospiti, nel caso passaste di qui...

ecco il vostro giaciglio:

il letto degli ospiti accoglie con gioia l'amico di passaggio e gli offre la possibilità di sdebitarsi stirando i panni che poggiano sopra. Il cestino di vimini, segno di fertilità e amicizia, è il tocco di shabby chic che non può mancare. Copriletto ikea, scatole scarpe pittarello.


la scrivania degli ospiti
se il gentile ospite vuole mandare una mail troverà molto confortevole la scrivania con postazione pc. Se poi ha bisogno di fare una stampa, dovrà solo sollevare cartelline e fogli che coprono la stampante e procedere all'invio. Tazzina di caffè, vuota, Bialetti. Scampolo di stoffa "angolo occasioni" di Ikea




il comò degli ospiti




Il comò, pezzo di arredamento dal sapore retrò, ben si sposa con elementi più moderni, per creare quel contrasto che tanto piace...ben vengano dunque, oggetti che sdrammatizzino lo stile lineare come i morbidi doposci di Decathlon, il tappo della reflex (ecco dove era finito!) e la custodia della chiavetta internet

mercoledì 11 gennaio 2012

Buoni propositi e materiale da smaltire

Siccome è un po' che la lascio sospesa, riprendo la mia rubrica "pensieri sparsi senza un perchè", anche perchè è proprio una signora rubrica, che vale proprio la pena tenere in vita!
Il 2012 è piombato su di noi con una manciata di buoni propositi, alcuni frutto anche dello spegnimento del mio cervello a causa della sovraesposizione alle puntate di Lost (durante le vacanze di natale sono arrivata a guardare anche 4 episodi al giorno-3 ore- di Lost: poi giravo inebetita e sospettosa...). Ed ecco a voi i miei buoni propositi, ma siccome a fare le liste non sono brava e quest'anno va di moda il decluttering, ho ridotto i miei propositi a 2, così magari, male che vada, riuscirò a portarne a casa un 50%:
1°- dato che mi è stata recapitata un'elegantissima agenda, davvero bella e raffinata (grazie trimamma!), ho pensato che non poteva correre il rischio di riempirsi di polvere come quelle della banca: il mio impegno! Scrivere almeno un pensiero al giorno, niente di complicato, un facebook in versione cartacea, un'impressione, una sintesi, un paradosso, qualcosa che ha segnato quel giorno...Anche perchè i giorni volano e mi è venuta quest'ansia di fermare il tempo, di dargli una memoria, di costruire e testimoniare la mia, la nostra storia e perciò...
2° proposito: una foto al giorno! l'idea mi è venuta da qui : una lista di cose/momenti/sensazioni da fotografare, ma siccome l'inglese lo capisco sì e no e non ho trovato nessuno che mi traducesse la lista (c'è qualcuno???), ho deciso che per non sbagliare faccio una foto al giorno, di qualsiasi cosa, senza un perchè reale, se non il fatto che ha catturato la mia attenzione...
Per esempio la foto di oggi potrebbe essere questa:

un sacco pieno di ritagli di gommapiuma (probabilmente tossica) che mio marito ha portato a casa, con un sorrisone da Babbo Natale, ritirandolo da una ditta dove va a fare consulenza (" e ce n'è tantissimo, e ce lo danno gratis, quanto ne vogliamo!") con l'idea che la mia mente creativa avrebbe potuto sicuramente farne qualcosa! Ecco...lasciando perdere la sovrastima che il maritino ha delle mie abilità artistiche e anche il fatto che appartiene a quella categoria di persone che reagiscono al suono "gratis" spegnendo le capacità critiche cerebrali, qualcuno sa dirmi cosa ne posso fare?

giovedì 5 gennaio 2012

regalo di Natale

Vi posso fare un regalo? Io l'ho ricevuto ieri: una mia amica per Natale (sì, va bè, ho ancora qualche cena e qualche scambio di regali natalizi sospesi, ma tanto lo sapete che sono ritardataria cronica, no...) mi ha regalato un libro. Che è già una scelta impegnativa. Un libro di poesie. E qua si va nell'olimpo dell'arditezza! invece ci ha beccato: sono poesie per bambini, da bambini...si amano subito.
E questa, siccome sono donna generosa e brillante ve la regalo:




 Voglio bene a te
e ai tuoi capelli corti
ai tuoi lacci sciolti
e alle tue calze giù
a come sei se ridi
e a quando metti il muso
alle tue ginocchia d'ossa
e ai tuoi occhi seri
a come muovi le mani
e a come ti viene sonno 
a come mi saluti
e a come corri in piazza
quando con noi c'è il vento
e sulle case il cielo
sta come un mantello
viola

-Giusi Quarenghi "E sulle case il cielo"-


L'ho letta, riletta e avevo gli occhi lucidi, e ho commentato così "E' così bella che fa venire voglia di fare un altro figlio!"

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I miei cuccioli...

Lilypie Second Birthday tickers
Lilypie Third Birthday tickers

ho perso il contoooo!!!